INCONTRO PUBBLICO SU DON TONINO BELLO

GIOVEDí 23 GIUGNO alle ore 20.00, monsignor Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, terrà a Molfetta un incontro pubblico sulla figura di don Tonino Bello, di cui è attualmente il successore.

L’appuntamento, promosso dalla Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, dal settimanale diocesano Luce e Vita e dalla Libreria Editrice Vaticana si terrà all’auditorium Madonna della Rosa, viale papa Giovanni Paolo II, 121.
Sarà don Gianni Fiorentino a moderare quest’incontro.

L’occasione è la pubblicazione del nuovo libro di Domenico Cornacchia “Testimone e maestro di virtù. Il cammino cristiano di don Tonino Bello” (Libreria Editrice Vaticana).
Si tratta di una dettagliata biografia spirituale che ripercorre la vita di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta negli anni Ottanta, molto noto per il suo impegno convinto per la pace, per la sua spiritualità profonda, per il suo schierarsi a fianco di poveri e immigrati: un personaggio di Chiesa che papa Francesco ha dichiarato «venerabile».

Una biografia, quella di monsignor Cornacchia, che di don Tonino indaga le varie virtù umane e cristiane: obbedienza, umiltà, povertà, castità, fortezza, temperanza, giustizia, carità, speranza e fede.

Una ricostruzione della vita di don Tonino a tutto tondo, nella quale ci viene restituita la statura spirituale e umana di una delle figure più significative del cattolicesimo italiano del dopo-Concilio. Una figura alla quale più volte si è richiamato papa Francesco, che ha anche visitato la tomba di don Tonino indicandolo come modello: fu un credente capace «di farsi piccolo per essere vicino, di accorciare le distanze, di offrire una mano tesa».

Scrive monsignor Cornacchia: «La coerenza di don Tonino, ovvero nella sua unità profonda tra la vita e la professione di fede, costituisce il segreto, a mio avviso, del fascino che emana dalla sua figura. Un fascino che fa bene, che stimola a convertirsi, che esorta a guardare a lui come un modello, facendoci interrogare sul nostro modo di seguire Gesù». Influenzò anche una personalità molto lontana dalla fede come l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, che restò affascinato dal portamento semplice di don Tonino durante un incontro, chiedendogli il motivo della scelta di portare una croce pettorale di legno di ulivo.

Nel libro di Cornacchia sono descritti tutti i vari aspetti della personalità di don Tonino Bello: anzitutto, una fede cristiana salda, ancorata alla parola di Dio: «É stata il fulcro attorno a cui ruotò la sua vita e la forza che gli permise di realizzare pienamente la sua vocazione». Decisiva anche la pratica della carità, che don Tonino Bello intese come attestazione concreta della propria scelta di fede: il soccorso ai diseredati, l’accoglienza nella propria casa episcopale di famiglie povere, l’aiuto notturno dato ai senza tetto, sono tutte esemplificazioni di una presa in carico del povero come volto concreto di Gesù. Infine, la speranza come impegno operoso nelle questioni sociali del proprio tempo, anzitutto sul fronte della pace e del disarmo: memorabile la sua partecipazione alla marcia per la pace del 1992 a Sarajevo, città assediata. «L’impegno per la pace fu uno dei momenti di maggior notorietà di don Tonino», afferma Cornacchia. «Quando organizzò la marcia a Sarajevo invitò tutti i monasteri e gli ammalati affinché pregassero per la buona riuscita dell’evento».